Perfettamente inserito nell’ambiente circostante e realizzato con un restauro rispettoso delle origini degli spazi, il mio studio è una dichiarazione d’intenti, una storia da raccontare. Qui, infatti, una volta si trovava uno dei tanti magazzini che sorgevano al piano terra o nelle cantine degli eleganti palazzi circostanti, di proprietà dei ricchi mercanti che – dai mercantili ormeggianti in porto – facevano trasportare la merce con le chiatte, attraversando i canali.

Ho voluto mantenere questo sapore mercantile, questa idea di lavoro che era alla base dello spazio utilizzando per i pavimenti dei listoni di abete ricavati dalle assi di legno normalmente impiegate come piani di calpestio dei ponteggi delle ditte edili.

Poi, fin dall’inizio, è emersa l’idea di riutilizzare le vie d’acqua per accedere allo studio attraverso delle piccole imbarcazioni tipiche livornesi, proprio come si faceva una volta. Del resto i canali livornesi sono ancora oggi, nel loro insieme, un vero e proprio sistema viario che sarebbe interessante recuperare e valorizzare.